Marmo verde del Frejus
La Cava del marmo verde del Frejus è situata a m 1900 s.l.m. in destra orografica del Torrente Frejus. E’ raggiungibile da Bardonecchia tramite una strada carrozzabile che percorre il fondovalle fino ad arrestarsi a quota m 1740. Dal parcheggio si percorre un sentiero a mezzacosta, poco pendente; dopo aver attraversato il guado del Rio Comba Gaudet e successivamente lasciato sulla sinistra il bivio per il Colle del Frejus si raggiunge agevolmente il piazzale di cava a quota m 1790, con un percorso totale di 450 m e un dislivello di m 50.
Punti di ristoro e alloggio a più di 5 km
La valle del Frejus è incisa nei litotipi della Falda Piemontese dei Calcescisti e delle Pietre Verdi. La valle è stata modellata dai ghiacciai quaternari e, successivamente, dall’erosione torrentizia, pertanto è formata da una ampio bacino di raccolta, di forma a ventaglio che confluisce a quota 1750 nel canale di trasferimento che via via si approfondisce a formare una stretta forra incisa nel substrato roccioso, fino allo sbocco nella valle di Bardonecchia, dove forma un ampio conoide Si tratta di scaglie dell’originario basamento ofiolitico, allineate lungo contatti tettonici interni all’Unità tettonostratigrafica del Lago Nero. Le oficalci sono rocce metamorfiche di origine oceanica dal caratteristico colore verde intenso e dalle venature biancastre. Più precisamente sono rocce che derivano dalla frammentazione di originali serpentiniti (frazione verde) legate insieme da un naturale cemento calcareo (vene biancastre). Nella cava del Frejus era coltivato un corpo ofiolitifero formato da una breccia serpentinitica cementata, detta impropriamente, marmo verde. L’affioramento è caratterizzato da una fitta ragnatela di fratture mineralizzate a calcite e quarzo. Grazie alle loro caratteristiche estetiche, esaltate dalle venature, le ofioliti del Frejus sono state cavate dall’inizio del ’900 (anche se esistono manufatti più antichi ottenuti da questa roccia) fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando furono ricavati i davanzali, le panche e gli stipiti della stazione ferroviaria di Bardonecchia. Con le attività belliche la cava fu abbandonata. Nel piazzale di cava si possono tuttora osservare 8 blocchi abbandonati. La serpentinite, di colore verde molto scuro, è arabescata da un intrico di fratture. All’interno delle fratture la circolazione di soluzioni idrotermali dapprima ricche in silice e poi in calcite, ha riempito le aperture con un cemento bicolore: rosa (silice e ossido di ferro) e bianco (calcite).